Tutti quanti noi siamo qui, oggi, per testimoniare che il vero potere
appartiene alle nostre coscienze. Che esiste in noi una naturale propensione al
cambiamento, un naturale bisogno di affermare, oltre ogni forma di persuasione coatta
imposta dai dogmi del consumismo, il valore della Bellezza.
Voi siete belli. In quello che avete fatto stasera per Nico (cui va
tutto il nostro affetto e l’augurio che vinca la battaglia più impegnativa
della sua vita); in quello che avete saputo organizzare per lui c’è così tanta
umanità da farci ritenere possibile l’assunzione di qualsiasi sfida, anche di quella
apparentemente più improbabile.
Non dobbiamo rinunciare alla nostra umanità. Non dobbiamo abbandonare
il progetto di un nuovo, definitivo Umanesimo. Non dobbiamo smettere di
difendere la dignità della vita, di esigere che venga ristabilito il naturale
principio di eguaglianza tra tutti gli uomini; di pretendere che a ognuno di
noi vengano riconosciute le medesime opportunità, in modo che ciascuno possa
progettare il proprio futuro senza partire da una condizione di svantaggio
rispetto ad altri.
Non dobbiamo rinunciare a difendere il nostro diritto alla salute,
alla giustizia, al lavoro, all’istruzione.
Non dobbiamo smettere di indignarci, di provare orrore davanti a un
miliardo di persone al Mondo che non
hanno accesso all’acqua potabile, mentre occorrono 140 litri d’acqua per
produrre una sola tazzina di caffè.
La nostra esistenza ha un senso se ogni singola vita viene tutelata e
preservata da qualsiasi forma di nefanda ingiustizia. Non siamo uomini solo
perché riusciamo a soddisfare i nostri bisogni primari o le nostre più audaci
ambizioni. Siamo uomini perché viviamo all’interno di un sistema di relazioni
con altri individui per i quali dobbiamo essere pronti a batterci senza remore
qualora anche uno soltanto dei loro diritti naturali venisse negato.
Anche così si difende la Bellezza.
Ma per farlo dobbiamo lavorare alla costruzione di una coscienza
collettiva che deve diventare un argine contro ogni forma di sopruso.
Per farlo dobbiamo recuperare la consapevolezza che il vero potere è
nelle nostre mani; che spetta a noi decidere da che parte stare e quale cammino
percorrere.
Questa consapevolezza ha portato il nostro movimento, il Movimento Culturale
Spiragli, ad assumersi l’impegno di restituire Cava Pontrelli all’Umanità,
perché non potevamo accettare che l’interesse di un solo uomo prevalesse
sull’interesse di un’intera collettività.
La battaglia per Cava Pontrelli libera deve rappresentare per tutti
quanti l’esempio di come si possa riuscire a costruire, sia pure tra infinite
difficoltà, una coscienza critica collettiva, uno spirito di appartenenza, un
comune sentire e agire, proprio come tutti quanti noi abbiamo fatto questa sera
per Nico. Tutti per uno.
Bartolomeo
Smaldone