Siamo persuasi che non dobbiamo attendere risposte dalle amministrazioni pubbliche, siano esse destrorse o sinistrorse. Al contrario, dobbiamo essere propositivi ed evidenti; fondare la nostra ragion d'essere sulla inconfutabile utilità morale della Cultura.

martedì 1 ottobre 2013

Intervento al "Tutti per uno", Parco storico di Toritto, 28 settembre 2013



Tutti quanti noi siamo qui, oggi, per testimoniare che il vero potere appartiene alle nostre coscienze. Che esiste in noi una naturale propensione al cambiamento, un naturale bisogno di affermare, oltre ogni forma di persuasione coatta imposta dai dogmi del consumismo, il valore della Bellezza.
Voi siete belli. In quello che avete fatto stasera per Nico (cui va tutto il nostro affetto e l’augurio che vinca la battaglia più impegnativa della sua vita); in quello che avete saputo organizzare per lui c’è così tanta umanità da farci ritenere possibile l’assunzione di qualsiasi sfida, anche di quella apparentemente più improbabile.
Non dobbiamo rinunciare alla nostra umanità. Non dobbiamo abbandonare il progetto di un nuovo, definitivo Umanesimo. Non dobbiamo smettere di difendere la dignità della vita, di esigere che venga ristabilito il naturale principio di eguaglianza tra tutti gli uomini; di pretendere che a ognuno di noi vengano riconosciute le medesime opportunità, in modo che ciascuno possa progettare il proprio futuro senza partire da una condizione di svantaggio rispetto ad altri.
Non dobbiamo rinunciare a difendere il nostro diritto alla salute, alla giustizia, al lavoro, all’istruzione.
Non dobbiamo smettere di indignarci, di provare orrore davanti a un miliardo di  persone al Mondo che non hanno accesso all’acqua potabile, mentre occorrono 140 litri d’acqua per produrre una sola tazzina di caffè.
La nostra esistenza ha un senso se ogni singola vita viene tutelata e preservata da qualsiasi forma di nefanda ingiustizia. Non siamo uomini solo perché riusciamo a soddisfare i nostri bisogni primari o le nostre più audaci ambizioni. Siamo uomini perché viviamo all’interno di un sistema di relazioni con altri individui per i quali dobbiamo essere pronti a batterci senza remore qualora anche uno soltanto dei loro diritti naturali venisse negato.
Anche così si difende la Bellezza.
Ma per farlo dobbiamo lavorare alla costruzione di una coscienza collettiva che deve diventare un argine contro ogni forma di sopruso.
Per farlo dobbiamo recuperare la consapevolezza che il vero potere è nelle nostre mani; che spetta a noi decidere da che parte stare e quale cammino percorrere.
Questa consapevolezza ha portato il nostro movimento, il Movimento Culturale Spiragli, ad assumersi l’impegno di restituire Cava Pontrelli all’Umanità, perché non potevamo accettare che l’interesse di un solo uomo prevalesse sull’interesse di un’intera collettività.
La battaglia per Cava Pontrelli libera deve rappresentare per tutti quanti l’esempio di come si possa riuscire a costruire, sia pure tra infinite difficoltà, una coscienza critica collettiva, uno spirito di appartenenza, un comune sentire e agire, proprio come tutti quanti noi abbiamo fatto questa sera per Nico. Tutti per uno.
               
                                                                                          Bartolomeo Smaldone 

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