Ancora una volta taluni
rappresentanti del mondo giornalistico altamurano dànno triste esempio di come
si possa gestire in maniera mistificatoria, surrettizia e strumentale
l’informazione, dimostrando quanto sia difficile porsi in una posizione di
equidistanza dai colori politici, a difesa della oggettività dei fatti, ossia
della verità.
La scelta di far transitare la
delibera di giunta con la quale il Governo della Città ha manifestato interesse
ad acquisire la proprietà delle aree circostanti la paleo-superficie di Cava
Pontrelli nell’assise comunale, è stata presa nel corso dell’ultimo tavolo
tecnico del 12 febbraio scorso. In
quella circostanza, presenti oltre ai rappresentanti del nostro Movimento
Culturale anche il Sindaco Mario Stacca, il Sovrintendente per i Beni
Archeologici della Puglia, dottor Luigi La Rocca, la direttrice del Museo
Nazionale Archeologico altamurano, dottoressa Francesca Radina, i dirigenti di
riferimento, il consigliere di maggioranza Lillino Colonna e la consigliera di
opposizione Rosa Melodia, si delineò lo scenario che sta definendosi in questi
giorni.
Antonio Ferrante bene farebbe,
prima di avventurarsi nell’uso improprio di avverbi e di sostantivi (nessuna
giunta comunale può procedere immediatamente a nessun esproprio) a confortare i
suoi articoli del crisma di riscontri oggettivi, onde evitare il rischio, egli
sì, di intraprendere strade tortuose che non portano alla verità ma ad altri lidi.
Non sfugga in ultimo, al
giornalista Ferrante, la considerazione lapalissiana che un pronunciamento
unanime del Consiglio Comunale sull’acquisizione a patrimonio di Cava Pontrelli
assumerebbe un valore morale senza precedenti, ragione sufficientemente valida
per recuperare un auspicabile equilibrio.