Siamo persuasi che non dobbiamo attendere risposte dalle amministrazioni pubbliche, siano esse destrorse o sinistrorse. Al contrario, dobbiamo essere propositivi ed evidenti; fondare la nostra ragion d'essere sulla inconfutabile utilità morale della Cultura.

lunedì 27 luglio 2015

COMUNICATO STAMPA



Altamura, 27 luglio ’15

La notizia della vendita di Cava Pontrelli al prezzo di 700mila euro (prezzo “fissato” dalla proprietà), getta un’ulteriore ombra di raccapriccio sulla già annosa e triste vicenda del sito paleontologico più importante al mondo. E per diverse ragioni, la prima delle quali risiede nel fatto che, nella somma pattuita a titolo di corrispettivo per la vendita, è compresa altresì la premialità che si sarebbe dovuta riconoscere alla proprietà in caso di accettazione della chiusura della procedura espropriativa.
Procedura espropriativa (è opportuno ricordarlo) in corso dall’ottobre del 2011, per il perfezionamento fisiologico della quale, il Soprintendente Luigi La Rocca avrebbe dovuto notificare alla proprietà della cava la disponibilità finanziaria sancita con delibera di Consiglio Comunale il 22 luglio del 2014, ottemperando, egli, a quanto previsto dagli articoli 20 e 21 del Testo Unico degli Espropri.
In presenza di questo oggettivo inadempimento da parte del rappresentante periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, al quale non è mancato di certo il tempo per applicare le disposizioni normative in materia, la dichiarazione del Sindaco di Altamura, Giacinto Forte, ( "Seguire le lungaggini burocratiche previste dalla procedura di esproprio porterà via altri tre o quattro anni e non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo riaprire subito Cava Pontrelli".) appare come una vera e propria derisione nei confronti di chi crede fermamente che in uno Stato di diritto si applichi sempre e comunque la legge, e che questa sia in modo indefettibile uguale per tutti.
Quella che sta concretizzandosi è, in sostanza, una truffa bella e buona ai danni del bene comune, dal momento che soldi pubblici di diversa provenienza (casse comunali e casse del Parco Nazionale dell’Alta Murgia) verranno indebitamente impiegati per acquistare quanto si sarebbe dovuto espropriare, e ad un prezzo di gran lunga maggiore, avendo trasformato, con un colpo di spugna, una procedura coatta in una trattativa privata.
Il Movimento Culturale Spiragli farà da subito il possibile per impedire che si consumi questa ulteriore, vergognosa ingiustizia. 


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