VISUALI PERIFERICHE
Daniela Bruni Curzi
Tracce di cenere
scura e umore sottotono.
Che sia il nostro non-esserci al centro di ogni cosa?
Mi svesto nel blu-celeste.
La stanza s’illumina al fragore dei tuoni.
Sono afflati chiaroscuri,
alberi spettrali protesi verso l’estinzione,
aggregati d’ uno
squallore
più o meno
elementare, più o meno risplendente.
Un dito nascosto alla vista che ne risale un altro:
è quando la furia sottare alla ragione..
Molecole impazzite noi, allarmi sgraziati
che squarciano le orecchie e cavalcano la notte,
se non anche prigionieri ingrigiti
a capo chino
incessantemente tesi alle impossibili
evasioni.
Tutto è svelato nei rammendi delle reti:
rilievi, nodi,
maglie larghe e maglie
strette,
mentre qualcosa
d’altro al perfetto ritocco è mimetizzato.
Visuali periferiche nello spezzarsi d’un attimo in
frammenti,
quando in un
nuovo, disarmonico sguardo
si snoda l’amplificazione del mistero.
Le cose che ci
sfuggono ci appaiono ben
più desiderabili di ciò ch’è posseduto.
Che sia giusto questo al centro di ogni cosa?