Siamo persuasi che non dobbiamo attendere risposte dalle amministrazioni pubbliche, siano esse destrorse o sinistrorse. Al contrario, dobbiamo essere propositivi ed evidenti; fondare la nostra ragion d'essere sulla inconfutabile utilità morale della Cultura.

giovedì 26 settembre 2013

Lettera del presidente



Dovendo scrivere una lettera di insediamento, mi sembra necessario rivolgermi ai giusti interlocutori, che nel mio caso non possono essere soltanto gli associati di Spiragli -sebbene reputi doveroso indirizzare ad essi il mio ringraziamento per aver voluto affidarmi un incarico così prestigioso-. Oltre che a loro, mi preme inviare questo messaggio a tutti coloro i quali condividono il nostro stesso spirito, i nostri medesimi ideali, e sopra ogni cosa la convinzione che Cultura significhi più di tutto “abitare responsabilmente un luogo”, facendosi carico dell’impegno di migliorarlo attraverso attività che si propongano di apportare benefici allo spirito, se possibile in misura superiore a quelli che il cibo è in grado di apportare al corpo.
È dunque in ossequio a un dovere morale che siamo chiamati ad agire in qualità di operatori culturali; esiste dunque una responsabilità alla quale non possiamo sottrarci, poiché custodi di uno spazio e di un tempo che da noi esigono risposte precise. Non possiamo abdicare a questa responsabilità. Non possiamo pensare di edificare una civiltà fondandola su un  materialismo becero, su un capitalismo senza scrupoli che vilipende ogni forma di vita, che oltraggia la Natura, che offende la Bellezza. Il nostro obiettivo deve essere quello di favorire senza eccezioni lo sviluppo di una coscienza critica, di un’autodeterminazione che debbono portare ogni singolo individuo ad accettare la sfida di migliorare la qualità sostanziale della propria vita, difendendola dalle nequizie imposte da chi antepone l’interesse personale a quello collettivo.
A questo obiettivo, tuttavia, non possiamo pensare di giungere in navigazione solitaria; è indispensabile creare una collaborazione virtuosa tra tutti i soggetti che possono e devono favorire certi processi, attraverso il  loro contributo  di idee, di programmi, di azioni: mi riferisco a tutte le associazioni culturali che operano incessantemente e sistematicamente sul territorio, impegnandosi in programmazioni annuali, e non in sporadiche comparse su prosceni improvvisati; mi riferisco a tutto il mondo politico, senza distinzione di colore e di simbolo,  al quale chiedo di non continuare a mortificare la Cultura, sottraendole risorse importanti, per poi tornare a parlare di essa solo per ragioni di comodo, in maniera propagandistica e strumentale; mi riferisco al mondo imprenditoriale, al quale non deve sfuggire che investire in attività culturali vuol dire rendere più florido, e dunque più sano, il tessuto economico-sociale nel quale operano, creando così le migliori condizioni per la crescita e lo sviluppo futuri; mi riferisco a chi gestisce il mondo dei media, auspicando che lo faccia sempre in modo imparziale, nel rispetto della verità e di una informazione libera, senza asservirsi ad alcun padrone.
Se avremo la capacità e la costanza di operare insieme, se insieme sapremo approntare un progetto organico, che tenga conto delle potenzialità di ognuno ponendole al servizio dell’obiettivo comune, allora sono certo che nel giro di pochi anni Altamura ritornerà a essere protagonista nel panorama nazionale come nella seconda metà del diciottesimo secolo, e potrà legittimamente aspirare a essere riconosciuta oltre che come la città del pane anche e soprattutto come la  città della Cultura.
    Bartolomeo Smaldone


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